Pagina:Elogio della pazzia.djvu/154


della pazzia 141

la disgrazia d’irritare questi fuchi della società! La loro vendetta vien pronta come la folgore del cielo Subito al primo discorso che fanno al popolo, scagliano i loro dardi contro il proprio nemico, e il padre predicatore lo dipigne così al naturale nelle caritatevoli sue invettive, che bisognerebbe esser cieco a non conoscerne il soggetto; e questo mastino non lascerà di latrare, se non quando, a guisa di ciò che fece Enea col Cerbero, gli avranno chiusa la bocca con degli ingoffi. Giacchè parliamo di questi buoni apostoli sul pergamo, ditemi un poco se non è vero che abbandonereste qualunque ciarlatano, qualunque saltimbanco, per correre ad udire i loro ridicoli discorsi? Costoro potrebbersi chiamare con tutt’onore le scimie de’ retori, tanto piacevolmente imitano le regole, che i retori hanno date intorno all’arte del parlare. Dio buono! osservate come gestiscono, come modulano con maestria la