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ogni altro mortale, ed infatti sono i maggiori suoi prediletti. Egli è per questo che a guisa di tanti angioli abitatori del terzo cielo risguardano dall′alto della loro grandezza il resto degli uomini come altrettante bestie striscianti, e ne provano pietà. Circondati da una schiera di magistrali definizioni, di conclusioni, di corollarj, di proposizioni esplicite ed implicite; di tutto ciò finalmente che compone la milizia della sacra scuola, trovano essi tanti sotterfugi che Vulcano stesso non saprebbe invilupparli quand’anche adoperasse quella rete, di cui si servì per mostrare agli Dei le nascenti sue corna; e non v’è nodo alcuno che questi signori non sappiano sciogliere in un sol corpo colla più che Tenedia bipenne del Distinguo; bipenne formata da tutti quei nuovi vocaboli sonori ed ampollosi, nati nel seno della scolastica sottigliezza.

Osserviamo i nostri oracoli in mezzo alle più sublimi loro funzioni; osserviamoli, dico, a interpretare a lor talento gli occulti misterj della salute, e per qual motivo sia stato creato e ordinato il mondo. Si tratta di sapere per quai canali è trapassata alla posterità la macchia del peccato originale? Si tratta della incarnazione e dell′eucaristia? Ah! tali materie sono troppo trite e degne soltanto de’ teologi novizi! Ma ecco le quistioni degne dei grandi maestri, dei maestri illuminati, come dicono essi, e quando trattano questi argomenti, allora sì che si scuotono e prendono fiato: vi è stato un qualche istante nella generazione divina? Gesù Cristo ha molte figliazioni? È possibile questa proposizione: Dio Padre odia suo Figlio? Dio ha potuto unirsi personalmente ad una donna, al diavolo, ad un asino, ad una mucca, ad una pietra? Nel caso che Iddio si fosse unito alla natura di una zucca, come ha fatto colla na-