mente di quella che deriva dal sangue dei loro re, e si piccano eziandio d’essere sottili ragionatori; i Francesi si attribuiscono la pulizia e la civiltà, e i Parigini in ispecie vantano la loro teologia; gl’Italiani decantano la loro letteratura e la loro eloquenza. Ogni nazione in una parola si compiace d’essere la sola veramente incivilita, e senza ombra di barbaria. Si può dire che i Romani siano i più infatuati di quest’ultimo genere di felicità: Roma moderna sogna tuttavia di partecipare della grandezza dell’antica Roma. I Veneziani sono felici per l’alta opinione della loro nobiltà. Si vantano i Greci di essere stati gl’inventori delle arti e delle scienze, e d’essere i discendenti di quei famosi eroi, che
hanno fatto una volta tanto romore al mondo. I Turchi, e tutti quegli altri popoli simili a loro, i quali non sono propriamente che un ammasso di barbari, si millantano di essere i soli che vivano nel