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ai loro funerali, quante persone vestite a bruno, quanti musici, quanti piagnitori devono accompagnare il feretro; quasichè dovessero conservare anche dopo morti un qualche senso per godere di questo spettacolo; oppure sapessero con certezza, che i morti sogliono arrossire quando il loro cadavere non venga sepolto con quella magnificenza, che richiede il proprio stato. Finalmente pare che questi ricchi considerino la morte come una carica di Edile, che gli obblighi ad ordinare pubblici giuochi e banchetti.

Quantunque fecondissimo sia il mio soggetto, quantunque sia obbligata a trattarlo superficialmente, pure non sarà mai vero ch’io passi sotto silenzio que’ grandi encomiatori, que’ fieri apprezzatori della vana nobiltà. Non è raro il ritrovare alcuni di costoro, i quali con un’anima di fango, e con vilissime e plebee inclinazioni, vi stordiscano a forza di ripetere: «Io sono un gentiluomo.» Fa d’uopo