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sti, lasciando nell’angoscia e nel lutto non solo la Patria, ma tutta Europa!

E Voi gentili progressiste di Europa, immedesimate delle virtù sublimi dell’Agnesi, se non potete giungere a raccorre quei frutti che non ponno emergere se non dall’albero della sapienza, la quale si acquista con ingegno e studio profondo, cercate almeno d’imitarla nelle morali e civili virtù onde a buon diritto possiate essere appellate degne figlie del progresso.

Infiammate il vostro cuore di santo affetto per la indipendenza delle Nazioni; corroborate o suscitate questo sacro principio ai vostri amici, parenti e congiunti, onde giungere a quella meta di pace e concordia che unirà in sacro vincolo di amore principi e popoli, sotto il regime il più fermo, il più sicuro, il più potente per la guarentigia degli uni e degli altri; per il progresso della morale, delle scienze, lettere ed arti, intendo dire sotto il regime non larvato, ma essenzialmente costituzionale, che è il vero baluardo contro il dispotismo e l’anarchia.

E siamo lieti che questi nostri principii sono quegli stessi che professano e caldamente sostengono tutti gli uomini culti e probi di Europa, e di tutto il mondo civilizzato; tra i quali ci è cosa gradevole poter citare i due grandi nomi Lacordair e Ventura, che tanto sanno insinuarsi colla loro sublime filosofica eloquenza; con franca e leale politica, anche in quelli infelici spiriti ritrosi a qualunque progresso.