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CAP. I - IL METODO NELLA SCIENZA POLITICA 37

e siano uniformemente immobili ci pare proprio l’effetto di un errore d’ottica, proveniente dal fatto che noi le vediamo molto da lontano. È il caso delle montagne, che, da lontano sotto il cielo limpido e trasparente della Sicilia, sembrano belle muraglie azzurre, che, perpendicolarmente ed uniformemente, chiudono l’orizzonte e che, da vicino, poi si vede che sono tutt’altra cosa: perchè ognuna comprende un piccolo mondo speciale di salite, di discese, di accidentalità di ogni genere. Non possiamo raccontare qui, neppure sommariamente, le vicende di Babilonia, di Tebe, di Menfi, ma lo studio dei monumenti caldei ed egiziani ci ha informato in modo omai non dubbio, che degli alti e dei bassi, delle decadenze e delle epoche di risorgimento e di progresso ce ne furono parecchie, tanto sulle rive del Nilo che su quelle dell’Eufrate e del Tigri 1. E quanto alla China, è vero che la sua civiltà è durata maravigliosamente e senza interruzione parecchie migliaia d’anni, ma non è a dire che sia stata sempre la stessa: quel tanto che sappiamo della storia chinese basta ad assicurarci che l’organizzazione politica e sociale del Celeste impero ha subito, nel corso dei secoli, fortissime modificazioni 2.

XV. — Il Letourneau nel suo libro intitolato "Evoluzione della morale „ fa derivare il progresso delle società umane da un processo organico, per il quale le azioni buone, che sarebbero poi le azioni utili 3, lasciano una traccia nel cervello e nei centri ner-

    strage di S. Bartolomeo e la lega santa. Si può invece agevolmente dimostrare che, in poco più di un secolo e mezzo, si erano profondamente modificati lo stato economico e politico e l’ambiente intellettuale della Francia.

  1. Vedi Lenormant, Maspero, Brugsch, ecc.
  2. Basti osservare che la China ha avuto anch’essa il suo periodo feudale e che, almeno fino a poco tempo fa, era retta da una burocrazia che si reclutava per mezzo di concorsi. Anche la religione ed il regime della proprietà vi hanno subito vicissitudini diversissime. Vedi Rousset, A travers la Chine. Paris, 1879, Hachette; Metchnikof, La civilisation et les grandes fleures historiques. Paris, 1889, Hachette; Élisée Réclus, Nouvelle géographie universelle, vol. VII. Paris, 1882, Hachette.
  3. Utili per chi? Per l’individuo che le commette o per la società? Pur troppo le due utilità sono molto separate e distinte e ci pare che ci voglia... assai poca pratica del mondo per sostenere che un’azione utile per la società riesca generalmente tale per l’individuo che la fa e viceversa.