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316 | elementi di economia pubblica. |
cipj con cui una tale economia debb’essere diretta, giova qui premettere alcune riflessioni. In primo luogo si rifletta esservi nessuna proporzione in questo caso tra il valore della materia prima ed il prezzo del trasporto. La legna dove vi siano terre montuose ed inabili ad altre più lucrose colture, suole essere abbondante e sul luogo medesimo vendersi a vilissimo prezzo; ma il lungo trasporto per strade difficili e scabrose, il difetto di canali, che come abbiamo veduto riducono sempre al quinto la spesa d’ogni trasporto, rendono preziosa una merce che naturalmente è a basso prezzo. Seconda riflessione si è, essere tale la varietà delle situazioni e la combinazione fisica delle qualità delle terre, in modo che non siavi territorio nel quale non si trovino molte terre che necessariamente vogliano essere coltivate a boschi a preferenza d’ogni altra coltura; ma appunto la difficoltà dei trasporti, rendendo inutile ai proprietarj una tale coltivazione, fa che trascurino, ovvero distruggano que’ boschi medesimi che le circostanze territoriali richiedevano. Terza riflessione si è, che quando si domanda il buon mercato della legna, non si vuole intendere il vil prezzo di quella, perchè vil prezzo e non coltura sono espressioni politicamente sinonime; ma si dimanda che la legna, l’uso della quale circola per tutte le classi e in tutte le occorrenze, consista: 1° nel valor naturale de’ boschi sul luogo medesimo della coltivazione; 2° in nissun valore intermedio, il quale è dannoso al compratore senza pro del venditore, pesa sopra le arti e non incoraggisce la produzione.
68. Con queste preliminari riflessioni egli è facile di vedere quali siano i principj direttivi della economia de’ boschi; e in primo luogo, noi cominceremo a fissare quelli che essendo dettati dalla ragione delle genti sotto gli auspicj della libertà, meritano la preferenza sopra di quelli che vengono suggeriti dal severo spirito di regolamento. Dunque primo oggetto che deve precedere le proibizioni di tagliare, i divieti d’estrazioni e tutto il resto delle austere prammatiche (sempre contrarie a quello spirito animatore della società, dal quale solo può più aspettarsi, che da tutto l’apparato farraginoso di leggi moltiplici e di regolamenti tortuosi), sarà