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sul medesimo spazio si coltivasse. Non è l’estensione materiale del terreno che misurar deve la proporzione, ma l’estensione produttiva, se è lecito di così esprimersi. Sarà dunque la quantità totale della terra impiegata a produrre la quantità d’alimento A, alla quantità di terra impiegata a produrre l’alimento B, in ragione composta direttamente della rispettiva necessità d’alimento e della fertilità nel produrlo, sia naturale, sia artificiale.

Abbiamo detto ancora che a misura che le arti dipendenti le une dalle altre si scostano dalla produzione dell’alimento, ossia dall’essere conversibili in immediata consumazione, devono essere tanto meno numerose (non avuto riguardo allo smercio esteriore); e che a misura che un’arte maggiore ne è più lontana, il di lei valore rappresenta una maggior quantità d’alimenti ossia di consumazione. Dovendo l’arte dunque rappresentatrice di tali alimenti esser più ristretta, la quantità di terra impiegata alla produzione della materia prima d’una tal’arte sarà tanto minore, quanto maggiore sarà la distanza d’una tal’arte dall’immediata consumazione.

Ripetiamo, prima di conchiudere, ciò che abbiamo dimostrato, cioè che la troppa viltà del prezzo delle derrate primarie è contraria alle arti egualmente come l’eccesso del prezzo; che dunque il commercio esteriore può esser utile finchè arrivi ad alzare il prezzo delle derrate in modo che l’agricoltura renda al di là delle spese, il prodotto delle quali è sempre in proporzione del vigore o dell’avvilimento dell’arti.

34. Ciò premesso, diremo, che come la totalità della consumazione necessaria a tutte le arti prese insieme è alla totalità della derrata necessaria di ciascun’arte particolare, così la quantità di terra da impiegarsi alla produzione delle cose immediatamente consumabili è alla rendita delle terre ed ai salarj impiegati a pagare l’industria. Frattanto è da avvertire, che io ho parlato delle arti per rapporto al bisogno interiore, non all’esito esteriore, perchè un’arte può essere accresciuta al di là di ciò che richiede l’interna coltivazione e le diverse produzioni; ma in quel caso dirassi, che l’arte