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280 | elementi di economia pubblica. |
cia (il nostro zecchino è circa 10 lire di Francia), il valore d’un pajo di grossi buoi lire 400. Si pretende che li cavalli durano l’un per l’altro dodici anni, e i buoi sei anni, passati i quali si vendono magri per ingrassarli per la macelleria. Ciò supposto, quattro buoni cavalli costano lire 1200; l’interesse di questo capitale per dodici anni sono lire 720; dunque alla fine di questi anni si saranno spese e perdute lire 1920. L’equivalente di quattro cavalli sono, come si è asserito di sopra, dodici buoi; costeranno a lire 400 al pajo lire 2400; l’interesse per sei anni monta parimenti a lire 720; in tutto sono lire 3120. Ma si suppone, che si vendano dopo sedici anni magri per lire 150 l’uno; perciò si caverà da tutti lire 1800; restano perdute lire 1320 in sei anni; in dodici saranno 2640: dunque la spesa de’ buoi supera quella de’ cavalli, nello stesso spazio di tempo, di lire 720.
22. Queste, oltre moltissime altre ragioni, rendono certamente almeno problematica la preferenza de’ buoi sopra i cavalli per il vantaggio della coltura. Ma se io debbo azzardare la mia opinione in una questione intralciatissima per la varietà delle circostanze in cui ogni paese si trova, io credo che il punto essenziale per noi non sia quello di usare piuttosto de’ buoi o de’ cavalli, e che in ciò essenzialmente non consista la differenza fra la grande e la piccola coltura; ma piuttosto nell’essere le terre divise fra poveri massari e pigionanti, che non possono portare un capitale di ricchezza sulla terra che intraprendono a lavorare, e ricevono dai negligenti e dispendiosi proprietarj solo deboli scorte che esigono una folla di minute e mal adempite spese, onde si ricava uno scarso prodotto netto in favore de’ proprietarj, in alimento dell’arti, in sollievo delle spese pubbliche: in vece che la coltura de’ grossi fittabili è una coltura che porta sulla terra una ricchezza, che si aggiunge al valor capitale del fondo medesimo. Ma questa non s’introdurrà giammai, dove i generi siano a vil prezzo, dove l’utile non sia in paragone delle spese, perchè ivi non si ritrova un avanzo tale, che, oltre il mantenimento de’ proprietari e de’ coltivatori, possa essere rimesso con usura sulla terra.