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elementi di economia pubblica. | 273 |
il calcolo, sempre facile dove il valore è costante ed uniforme, insegnerebbe a fare questa divisione; e le terre troppo divise, per esempio, in grazia della successione delle famiglie, sarebbero riunite in una ferma sola, o sarebbero vendute a chi le riunirebbe: perciò sarebbe divisa la proprietà, ma non la coltura.
Dalle cose qui sopra accennate potrà ognuno vedere quale sia l’importanza che le terre non dimorino legate perpetuamente sotto i vincoli fidecommissarj presso le immortali mani-morte, per cui si sottraggono dalla circolazione e dalla speranza dell’industrioso, se non tutte le ricchezze, almeno la sorgente di quelle; per cui alcune generazioni e classi sembrano perpetuamente privilegiate, ed altre condannate; per cui le prime acquistano senza giammai perdere, e perciò condensano in sè medesime tutta la libertà e l’indipendenza politica, seguace mai sempre nel fatto della proprietà. Quando le terre, per le circostanze varie e notabili delle famiglie, vengono ad essere coltivate in modo che vada sempre diminuendosi il prodotto netto di quelle, non v’ha dubbio che sarebbe utile che tali terre potessero essere vendute a chi fosse in grado di rifondere sopra esse un nuovo capitale di ricchezze, per ritornarle al primo stato di florida riproduzione. Dunque la libertà delle terre tiene alla prosperità della coltivazione; dunque tiene ancora a ciò che forma la base di tutta l’economia d’uno Stato; dunque l’abuso dei fedecommessi introdotto in gran pate dall’antica aristocrazia feudale, benchè l’origine si debba riconoscere dall’antica romana giurisprudenza, per quanti vantaggi possa attribuirsi (come la perpetuità del nome e del lustro d’alcune famiglie), avrà sempre un inconveniente fisico ed essenziale, il quale è quello d’opporsi ai maggiori progressi della coltura. Rispetto poi ai possedimenti grandiosi delle mani-morte, dopo tante eccellenti opere scritte sopra d’un oggetto sì delicato ed importante, è superfluo il farne qui parola.
11. Sesto ostacolo è la mancanza di circolazione interna dei prodotti dell’agricoltura. Quando le derrate sono troppo avvilite di prezzo, cioè quando cedono al disotto del livello