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arruolano per necessità a quelle classi alle quali una matura considerazione e superiori motivi dovrebbero condurre.

39. Terza causa spopolatrice è la troppa diffusione del celibato. Uomo intollerante, sospendi la tua collera! Io venero la santità del celibato religioso; ma sarà sempre vero, che la troppa diffusione anche di questo sarà nocevole alla santità medesima d’un tale stato; sarà sempre vero non esser questa la vocazione generale a cui gli uomini sono chiamati, che contraddirebbe alla natura, che renderebbe inutili le due metà del genere umano, che delle città farebbe un claustro, delle nazioni un esercito di cenobiti. Non è dunque un’eresia il condannare la soverchia diffusione di questo stato, come lo sarebbe il non crederne la santità e la perfezione, e la spirituale preminenza. Non è dunque un’eresia l’asserire, che il sovrano ha dalla pienezza del suo potere, dall’inalienabile obbligo di conservare la sua nazione, dall’indipendente sua autorità che Dio e la ragione gli hanno concesso, l’assoluto diritto di mettere un freno e limitare questo stato, secondo la prudenza e la sapienza dei motivi che lo animano.

Se questo stato si diffonde di troppo, esso diventa piuttosto apparente che reale. Le facili e tenebrose risorse del libertinaggio compensano una privazione, e la natura si rivendica, ma a carico altrui e senza raccoglierne alcun frutto. Non parlo di quel sacro celibato che nelle più auguste funzioni della religione si occupa; non parlo di quello, che lontano dal tumulto seducente della frequenza, si conserva incontaminato fra gli appartati ritiri d’una mesta solitudine; ma parlo di quello, che usurpando la considerazione dovuta al vero celibato religioso, grandeggia nella società solamente per scelta calcolatrice d’interesse, non per intima spinta di motivi sovra umani. Dico che in questo caso il celibato o è religioso affatto, e le distinzioni mondane e i premj sociali sono alieni del tutto dal suo scopo; o è secolare e realmente profano, e allora dovrebbe cedere in tutte le occasioni alla classe perpetuatrice, dovrebbe soffrire dei pesi maggiori che ridondassero in vantaggio delle classi maritate e bisognose di soccorso. I vantaggi dei cittadini debbono essere proporzionati alle azioni utili che essi fanno nella città: princi-