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244 | elementi di economia pubblica. |
e nascoste fra le abitudini le più care e famigliari, e qualche volta fra le leggi più antiche e più rispettabili.
37. Prima causa morale spopolatrice è la barbarie e l’ignoranza. I popoli barbari ed ignoranti, privi di tutti i piaceri dei popoli colti che dissipano e disperdono il condensamento delle passioni, le hanno violenti e distruttive. Ignorano le cagioni dei mali e la sorgente dei beni; sagrificano dunque tutto ciò che ha l’apparenza dei primi a tutto ciò che sembra essere fra i secondi. Induriti ad una vita aspra e limitata ai più inesorabili bisogni, preferiscono l’ardire all’industria, il coraggio subitaneo del cuore alla lenta sagacità dell’intelletto; fra essi giacciono oscure le arti tranquille e sedentarie, e le lunghe e tarde ricompense della laboriosa agricoltura sono ignorate e neglette. Le storie ci provano le nazioni barbare sempre spopolate; le emigrazioni stesse settentrionali provano piuttosto barbari fuggenti dalla natura distrutta per depredare la natura colta, che una immensa popolazione.
38. Seconda causa morale spopolatrice sono le maniere differenti delle nozze, rese più rare in diversi paesi da molte cagioni.
La prima cagione comprende tutte quelle che diminuiscono il valore dell’industria, perchè rendono impossibile al povero il mantenimento d’una famiglia. È necessario che la massima attività d’un cittadino abbia tanto valore di mantenere una moglie e tre figliuoli almeno, per ottenere l’accrescimento di popolazione. Allora l’uomo naturalmente si abbraccia al partito per lui consolante di procurarsi una stabile compagna ed un aiuto ne’ suoi figli in tempo della vecchiaia. L’idea di un piccolo impero domestico, l’idea molteplice e chiara d’una ordinata famiglia, modificano e restringono il vulgivago istinto naturale. Dunque perchè le nozze siano incoraggite è necessario che il valore minimo del massimo travaglio d’un uomo rappresenti almeno cinque alimenti giornalieri, date le differenti maniere di vivere delle differenti classi di uomini. Non ho calcolato in questo assioma il travaglio delle donne, le quali, disoccupate per lo più dal travaglio, hanno le domestiche incumbenze e la cura dei parti