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242 | elementi di economia pubblica. |
lattie ed un limite alla mortalità spopolatrice, lo dovressimo aspettare da un regolamento che obbligasse i medici tutti a tessere una storia delle malattie che intraprendono a curare, senza però renderli risponsabili del buono o cattivo esito dei mali, fuori dei casi d’un’evidente malizia o di un equivoco inescusabile, per non allontanare molti dallo studio d’una scienza importante e restringerla in mano di pochi, il che sarebbe fatale al progresso di questa, come di tutte le altre; essendo proprietà delle scienze in generale, che molti debbano saper male o mediocremente, perchè alcuni pochi sappiano bene ed eccellentemente. In questa maniera avremmo un deposito d’esperienze, per cui i mali presenti servirebbero di norma e d’istruzione ai secoli avvenire. In questa maniera è nata la medicina, in questa solamente si perfezionerà: tutte le cose ordinariamente si perfezionano, quando invece d’alterare e di scambiare, si aiuta e si moltiplica ciò che le ha fatte produrre.
Le provvidenze economiche poi allontanano ed estirpano i morbi contagiosi. La peste Orientale dalle salutari provvidenze dei sovrani, dalle cure assidue e vigilanti delle nazioni marittime d’Europa è tenuta lontana. Il vaiuolo che decimava le popolazioni, coll’inoculazione, invenzione benefica della vanità e galanteria, è divenuto una leggiera malattia, che previene la naturale e violenta. Tante opere eccellenti pubblicate e le felici e tranquille esperienze, se due se ne eccettuino molto equivoche che nella nostra città si sono fatte, assicurano della bontà d’un metodo che il grido delle illuminate nazioni ha approvato: se non che alcuni ignoranti fremono di vedere sottratta alla loro giurisdizione una malattia sì lunga, e per conseguenza così perniciosa e sì violenta.
35. Altri disordini fisici serpeggiano nelle nazioni e ne mietono insensibilmente la popolazione. Quanti ciarlatani che si millantano de’ secreti, che affettano una scienza occulta e misteriosa, della quale pur troppo si è data occasione al popolo di crederne la realtà coll’assoggettare le menti unicamente all’autorità, quasi mai alla ragione! Lasciamo stare i brevi, le false orazioni, gl’incantesimi ed altre fole, che