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nenti la lingua del cambio, dietro i quali si nasconde tutto l’artifizio degli attenti cambisti, che dirigono le loro speculazioni in modo di farsi debitori dove il cambio è al disotto del pari, e di farsi creditori dove il cambio è al disopra del pari, perchè così vengono a pagar meno del debito fatto, ed a riscuotere di più del credito che hanno; onde hanno un doppio profitto. Ma questa operazione non può da essi essere eseguita se non hanno i mezzi di avere estesa corrispondenza, e le notizie le più pronte ed esatte delle variazioni e del corso del cambio nelle principali piazze d’Europa, ed una grandissima pratica della bontà intrinseca e del vero e falso valore delle monete, in somma tutte quelle pratiche cognizioni che meglio s’imparano al banco che sui libri, perchè la mente ha sempre sott’occhio la realtà e la esecuzione, la quale non può che confusamente essere sugli scritti che noi leggiamo, anche i più diffusi e chiari, adombrata.

46. Dunque, terminando la teoria del cambio per quel rapporto che esso ha coll’economia politica, diremo che il cambio è di una grandissima utilità, perchè aumenta la circolazione, la facilità e la molteplicità di contratti, per i quali contratti moltiplici si dà tutto il possibile valore alle produzioni del suolo e alle opere dell’industria; e anima la concorrenza, la quale equilibra tutti i profitti in maniera, che ciascuno vende il più caro che sia possibile, e compra al più buon mercato che possibile pur sia. Esso è adunque sterile di sua natura, e non è un commercio attivo, ma una delle principali molle che spingono la circolazione. Diremo in secondo luogo che dal cambio si può conoscere, se una nazione somministri ad un’altra più danaro di quel che ne riceva, o viceversa, e come dicesi meno propriamente, se faccia commercio passivo o attivo ec. (dico meno propriamente, perchè se fa commercio passivo di denaro con una nazione, lo fa attivo di mercanzia); perchè se il cambio di questa nazione sarà cambio di una nazione debitrice, sarà al di sopra del pari; se sarà cambio di nazione creditrice, sarà al di sotto del pari. Ma facendosi molte volte il cambio per mezzo di piazze intermedie, qualche piazza intermedia può essere creditrice della nazione creditrice per rispetto all’altra, o debi-