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40. Credo che a sufficienza io abbia spiegato che sia il pari politico nel cambio. Ora questo pari politico, questo pari di meno fra i diversi valori del cambio dell’oro coll’argento, è il punto medio, ossia il livello sul quale si misura il prezzo del cambio. Noi abbiamo detto che è necessario per istabilire il pari politico, di prescindere dalle circostanze attuali dei contrattanti, perchè se colui il quale ha un valore in Milano ha più bisogno di averlo in Genova, egli dovrà pagare questo bisogno; per lo contrario, se quegli che deve pagarlo in Genova per il pagamento da lui fatto in Milano, ha più bisogno di ricever questo valore in Milano di quello che conservarselo in Genova, pagherà egli invece un tal bisogno, e questo prezzo del bisogno sarà il prezzo del cambio, ossia l’interesse del luogo, il quale nel nostro caso sarà determinato dal rapporto dei bisogni dei contratti. Per riguardo a colui che prende la lettera di cambio, se egli paga il bisogno maggiore di avere un valore in Genova piuttosto che un valore in Milano, pagherà dunque al disopra del pari politico; cioè, nel caso nostro, invece di pagar l’oro in ragione di uno a quattordici e mezzo, lo pagherà qualche cosa dippiù, e si dirà avere il cambio al disopra del pari. Se invece l’altro ha un maggior bisogno di ricevere un pagamento in Milano che non quello di esser pagato in Genova, egli riceverà l’oro al disotto del pari politico; cioè, nel caso nostro, per lo stesso oro gli sarà dato un poco meno che in ragione di uno a quattordici e mezzo, e si dirà per lui essere il cambio al disotto del pari. Se i bisogni sono eguali, pagherà e sarà pagato coll’esatta parità, ossia proporzione tra le diverse proporzioni correnti, e si dirà che il cambio è al pari.

41. Ma essendo le piazze commercianti in promiscua corrispondenza tra di loro, le circostanze dei particolari contrattanti, ossiano i loro bisogni particolari restano modificati da tutto il resto dei bisogni degli altri rispettivi contrattanti delle due piazze. Si stabilirà dunque una concorrenza, e si farà un prezzo comune, in vigore del quale contrapponendosi e compensandosi questi bisogni finchè possono esserlo, da quella parte dove sarà l’eccesso del bisogno si dovrà finalmente pagare un prezzo proporzionale all’eccesso di questo bisogno, e