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elementi di economia pubblica. |
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once d’oro pagate in Genova; e mille e quattro cento once di argento pagate in Milano equivalgono a mille cinquecento pagate in Genova. Che penseranno li tre contrattanti in queste circostanze? Colui che riceve un valore a Milano per farne pagare un altro al suo conto in Genova, deve supporre dovere o aver dovuto trasportare a Genova quel valore che egli riceve, e sul quale dà la lettera di cambio; perchè difatti, quantunque dimorante in Milano, egli calcola il pagamento che fa fare, come se egli andasse a pagare in Genova. Ora costui in questo caso vorrebbe portarvi oro piuttosto che argento, perchè in Genova quest’oro vale dippiù che non in Milano. Parimenti, colui che paga in Milano per ricevere in Genova, si deve suppone che invece di prendere la lettera di cambio per Genova v’abbia già trasportato immediatamente il suo danaro: dico immediatamente, perchè le spese del trasporto non debbono qui essere considerate, non influendo esse sul pari del cambio, ma sul prezzo di quello e sul far risolver i contrattanti a far piuttosto che non fare questo contratto, come vedremo più abbasso. Ora, s’egli vi avesse trasportato oro per spender oro, avrebbe avuto un vantaggio, perchè spendendo cento once d’oro in Milano, avrebbe speso il valore di mille e quattro cento once di argento; e spendendole in Genova avrebbe speso il valore di mille e cinque cento. Similmente colui che pagherà a Genova il valore ordinatogli a Milano, considera che se facesse il pagamento che deve fare in Milano (dico che deve fare, perchè sarà sempre una compensazione d’un fondo o valore cedutogli, perchè o doveva prima quel valore, o lo deve dal momento che segue il pagamento che per suo conto si fa in Milano), egli con mille e quattro cento once d’argento pagherebbe un valore di mille e cinque cento in Genova. Quali saranno in questa disparità di mire le altercazioni dei contrattanti? Colui che devo dare la lettera di cambio dice: cento once d’oro in Genova mi vagliono mille e cinque cento d’argento, oppure novantatre ed un terzo di oncia d’oro mi vagliono lo stesso in Genova che qui cento, cioè mille e quattro cento. Colui che fa il pagamento a Milano per ricever lo stesso valore in Genova, dove ha bisogno di cento once di