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e sensibile delle cose che si paragonano, e la parità di stima e di valutazione tra le cose parimenti paragonate: chiameremo l’una pari reale, l’altra pari politico. Nel cambio, dunque, che consiste in due pagamenti che si compensano, e che non si compenserebbero se non fossero paragonati tra di loro, vi saranno due sorta di parità, la parità fisica, ossia il pari reale, e la parità di stima, ossia il pari politico. Il pari reale consiste in eguaglianza di quantità e similitudine di qualità: tanta quantità d’oro fino per altrettanta quantità di oro egualmente fino, qualunque sia la figura e la forma esteriore che a quest’oro si voglia dare. Lo stesso dicasi dell’argento. Se nelle nazioni commercianti non vi fosse che una sola specie di metalli, solo oro o solo argento, cento once d’argento pagate in un luogo darebbero il diritto di avere le stesse cento once d’argento in un altro per mezzo del cambio, prescindendo dalle circostanze attuali del contratto. Se quello che paga le cento once d’argento a Milano, lo fa perchè ha più bisogno di ricevere questa cento once d’argento in Genova, dì quello che colui che le riceve in Milano abbia bisogno di ricevere questo valore, può darsi che paghi in Milano due once di più questo bisogno che ha in Genova, onde pagherà cento due per ricevere cento: ma questa è una circostanza dei contrattanti, non dipende dalla natura e parità del cambio. Parimenti se tra le nazioni commercianti corra la stessa proporzione tra oro ed argento, la parità del cambio sarebbe sempre reale, perchè cento once pagate in Milano sarebbero, prescindendo sempre dalle circostanze dei contrattanti, compensate col pagare in Genova mille e quattrocento once d’argento, quando la proporzione fosse egualmente a Milano come a Genova di 1 a 14. Ma che sarà quando la proporzione tra le nazioni commercianti fosse, come è assai sovente, diversa? Quando a Milano la proporzione tra l’oro e l’argento fosse come 1 a 14, ed a Genova come 1 a 15? In questo caso cento once di oro pagate in Milano sarebbero eguali a mille e quattro cento once d’argento, e cento once di oro pagate in Genova sarebbero eguali a mille e cinque cento d’argento. Dunque cento once di oro pagate in Milano non sono stimate egualmente che cento