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nare la bontà e il danno che all’economia degli Stati derivano da tutte le diverse spese di lusso. Solo giova qui fermarci un momento ad esaminare se le prammatiche che una avara malinconia di molti amerebbe d’introdurre, non sieno anzi direttamente opposte al fine pel quale si desidererebbero. La ricchezza degli Stati non nasce realmente che dalla fatica degl’individui; la fatica degl’individui bisogna pagarla; ma non si determinano gli uomini a fare questi pagamenti, se non per convertirli in mezzi di godere ciò che più li soddisfa. Dippiù l’uomo non fatica, se non in proporzione dell’utile immediato che spera provenirgliene; e gli utili di questa fatica sono somministrati dalla spese de’ ricchi, ossia di quelli che posseggono al di là del necessario fisico. Quanto le prammatiche eseguite saranno maggiori, tanto minori saranno le spese di questi ricchi, o siano gli utili di queste fatiche, e tanto minori saranno i mezzi di convertire i pagamenti in soddisfazioni. Dunque le fatiche medesime e le spese sulla terra sminuiranno, e per conseguenza le produzioni; dunque sarà sminuita quella ricchezza, per conservare ed accrescere la quale si dimandano le prammatiche. Quindi a togliere sensibilmente e generalmente le spese perniciose, il che è sufficiente al fine economico degli Stati, basterà l’esempio che le prime classi dipendenti dal sovrano possono dare, basterà la libertà del commercio, che farà rivolgere una gran parte delle spese sterili in ispese utili.


Cap. VI. – degl’interessi del denaro.

Brevissimo sarà questo Capitolo, perchè noi in più luoghi di queste Lezioni abbiamo parlato degl’interessi del danaro, onde solo qui gioverà toccare alcuni sommi capi che non si debbono omettere.

36. E in primo luogo diremo, che la parola interesse significa generalmente una relazione che passa tra una cosa o oggetto qualunque ed una persona, come atta a ricevere una utilità qualunque da quella. Ma prendendo questa parola più strettamente, ella significa quella utilità che nasce da una cosa qualunque, frattantochè la medesima o il dritto di quella