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424 | elementi di economia pubblica. |
Cap. V. – del lusso.
31. Da tutta la mole de’ commerci, dal ristringersi le terre in un minor numero di mani, dall’accumularsi grossi capitali presso alcuni, dalla disuguaglianze in somma delle ricchezze nacque negli uomini una differente maniera di servirsene imperciocchè una gran parte di essi appena ha tanto di che protrarre una laboriosa vita, e la squallida famigliuola nell’umile oscurità senza invidia alimentare. Molti possono vivere più largamente, e godere di un certo agio e di un certo comodo, ed anche ostentare altrui e rendersi osservabili per una succinta pulizia, e per un’ombra di potere col quale tacitamente gli altri più poveri minacciano e padroneggiano. Alcuni poi abbondano talmente de’ mezzi, onde i comodi e i piaceri tutti della vita procacciarsi, che, assorbita facilmente e stanca la facoltà limitata che ha ciascuno di godere e di sentire, sono costretti per vanità e per fasto di rendere partecipi altrui del loro potere e dei mezzi che hanno d’acquistarsi un gran numero di piaceri; onde lo splendore del ricco e la superba di lui liberalità non differiscono dalla compassionevole ed opportuna beneficenza, se non per la differenza dei motivi e il poco discernimento con cui quello impiega i suoi doni e dissipa i suoi tesori. Ho voluto tessere questa diceria per descrivervi che sia lusso, e cosa s’intenda presso a poco dagli uomini per questa parola. Dico presso a poco, perchè è difficile il dare una definizione precisa di un termine, del quale le idee che racchiude variano moltissimo presso gli uomini, secondo le differenti condizioni in cui essi sono, e i differenti gradi di coltura con cui vivono. Chiameremo noi lusso ogni spesa che sia al di là del necessario? Ma in che consiste questo necessario? È egli l’ultimo estremo con cui l’uomo possa vivere semplicemente, o l’ultimo estremo soltanto con cui possa vivere senza dolore? Ma ciò varia secondo la diversa educazione ed i diversi temperamenti degli uomini. Chiamerassi lusso ciò che serve a farci fuggire il dolore, o soltanto ciò che ci procura piacere? Ma dove finisce il dolore, dove comincia il piacere? L’essere