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gior grado di libertà a tutti da fare quel commercio che più piace, non limitata che da quella disciplina che piuttosto aumenta a ciascuno il potere di ben fare, e toglie quello di far male altrui ed alla società. Questa concorrenza da sè sola fa nascere i commerci utili veramente allo Stato, cioè alla maggior parte, e da sè sola distrugge ed annienta quelli che sono dannosi allo Stato medesimo, ed al minor numero soltanto proficui; e distruggendo per legge di continuità ogni salto dal basso all’alto valore, impedisce il temuto monopolio, che in pochi ristringe l’industria ed il premio di quella. Secondo mezzo è il basso prezzo della mano d’opera, il qual basso prezzo nasce e dalla concorrenza medesima, e dal togliere i mezzi di vivere oziosamente agli infingardi, e col libero commercio interno delle derrate, che nasce dalla concorrenza e dalla libertà, onde ogni opera nel minor tempo possibile e dalle più poche mani che si può venga fatta; cosicchè il risparmio di mani in un’opera aumenta la varietà ed il numero di altre fattibili opere in uno Stato. Il terzo consiste nella massima facilità dei trasporti, il che si ottiene da’ canali, dalle strade solide e sicure, dagli alberghi ben provveduti, dal facile noleggiamento de’ carri e bestie da trasporto. Il quarto mezzo, finalmente, consiste nei bassi interessi dei danari. Questi bassi interessi nascono pure dalla concorrenza e libertà del commercio delle derrate, e perciò da quell’altezza de’ generi che nasce dalla concorrenza e dalla libertà medesima, dall’esser quasi tutte le terre di uno Stato coltivate, e ben coltivate; il quale essere bene coltivate nasce pure dalla libertà, e dall’esser queste in molte mani e non in poche distribuite, il quale pure nasce da un’altra libertà. I bassi interessi del danaro facilitano gl’imprestiti, ed aumentano lo stimolo a rendere molto fruttifero quel medesimo capitale, che dando per un solo momento un piccolo profitto sforza il commerciante a non riposarsi, finchè non abbia fatto fare al proprio capitale tanti movimenti, cioè non abbia egli moltiplicate tante azioni utili, che equivalgano a un gran profitto e ad un alto interesse, che nel medesimo tempo in una sola volta altrove si potrebbe ottenere.