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bio scemare ben presto la possibilità di comprare di più di quello che si vende, anzi sminuirà la quantità del danaro medesimo che è in circolazione. Se le cose comperate siano di quelle di uso continuo e comune, escirà una parte del danaro circolante che sarebbe destinata alla riproduzione delle cose che si vendono; onde scemeranno le azioni utili e produttive delle cose che si vendono, ed anche il commercio interno dovrà indebolirsi. Ma nel medesimo tempo, scemata la quantità del danaro, si abbassa il prezzo delle cose tutte che si vendevano prima, quando maggior copia di moneta era in circolo a più alto prezzo, onde per questo capo ritornerà la nazione impoverita a riguadagnare ed a rimettersi da sè medesima in bilancio con vendite più frequenti. Onde chi ben considera le nazioni che hanno un continuo commercio, ed una aperta comunicazione tra di loro e un incessante andare e venire di cose, non possono mai ridursi ad uno stato continuamente passivo l’una rispettivamente all’altra, ma bensì tendono continuamente all’equilibrio. Una di queste nazioni perde per alcuni anni, ma riprende a guadagna per alcuni altri il già perduto. Sono dunque fallaci tutti que’ disperati calcoli che da alcuni autori si fanno, che rappresentano alcune nazioni europee come in uno Stato di stabile e continua passività, rispetto alla somma totale di tutti i loro commerci. Questi calcoli, con qualunque grande apparato di diligenza e di esattezza possano essere fatti, non possono a meno d’essere fallaci, ogni qualvolta per necessaria conseguenza ne risultasse una lunga e continua perdita, che fa una nazione su tali particolari articoli di merci e per tempi limitati. Si potrebbe a mio parere dimostrare con geometrico rigore, che ogni nazione, finchè non scemi o cresca la somma delle sue azioni valutabili, non è attiva nè passiva, ma in bilancio, e che malgrado tutti i calcoli troppo incerti e su dati troppo inesatti necessariamente computati, questo è lo Stato di quasi tutte le nazioni europee duranti intervalli lunghi e sensibili di tempo; e che non si altera per qualche tempo questo Stato di bilancio e d’equilibrio di ciascuna nazione, se non quando realmente cresca o scemi la somma delle azioni produttive, non la somma de’ puri cambj e con-