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Gli uomini hanno sovente abbondanza di alcune cose di cui altri sono bisognosi, e scarsezza di alcune altre di cui altri abbondano. Ciò accade sì nelle materie prime per la differente natura del terreno e delle coltivazioni, come nelle lavorate per le differenti inclinazioni degli uomini non abili ugualmente a fare tutte le cose. Si permutano dunque reciprocamente, siano le produzioni del suolo, siano le opere della loro industria; una tale permutazione chiamasi commercio: terzo oggetto d’economia pubblica.

3. Il travaglio degli uomini, sia sulla terra genitrice delle materie prime, sia sulle cose da quella prodotte, e le vicendevoli permute non possono esser fatte con pace e tranquillità, se la moltitudine che opera e che si affatica non sia difesa e protetta contro la forza esteriore, che potrebbe disturbarla, ed usurparsi il frutto degli altrui sudori; nè le operazioni degli uomini potrebbero giammai esser conformi al bene della maggior parte, se le genti senza freno e senza direzioni fossero lasciate puramente in preda alla loro avidità personale; o si getterebbero in braccio ad una improvvida inerzia, se mancassero d’uno stimolo che li obbligasse alla sempre odiata fatica. Sono dunque necessarj supremi direttori che colle armi e colle leggi dirigano le interne operazioni della società, la difendano dagli esterni assalti, ed eccitino nella giornaliera indolenza degli uomini il moto e l’attività. La moltitudine deve dunque fornire a questi supremi direttori i mezzi onde possano adempiere un tale oggetto. Questi mezzi chiamansi tributi, e l’arte di percepirli, acciocchè siano utili alla moltitudine che li fornisce, e non siano rovinosi, nè per il modo con cui sono levati, nè per l’uso che se ne faccia, chiamasi finanze: quarto oggetto di pubblica economia.

4. Ma nè i prodotti delle terre, nè le opere della mano, nè gli scambievoli commerci, nè i pubblici tributi si potranno giammai ottenere dagli uomini con perfezione e costanza, se essi non conoscono le leggi morali e fisiche delle cose sulle quali agiscono; se al crescere de’ corpi proporzionatamente non crescono le abitudini sociali; se tra la moltiplicità degli individui, delle opere e dei prodotti non si vegga ad ogni