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re, ma non come commercio di profitto; perchè il profitto di un cittadino è a spese dell’altro, ella è una mano che riceve dall’altra, onde per questo titolo non solleva i membri dello Stato. Ma il commercio esterno, oltre l’influenza che ha simile al commercio interno di animare e stimolare alla produzione di nuovi valori, ha l’altra considerabile come commercio di profitto; perchè i profitti del commercio esterno sono in vantaggio dei cittadini a spese dei non cittadini, onde cresce la somma del valori per i membri dello Stato, senza la perdita di nissuno dei membri dello Stato medesimo.

25. L’accrescimento del danaro in uno Stato anima l’industria e l’attività dei cittadini, come abbiamo già indicato; ma questo danaro già accresciuto non ha più influenza alcuna sull’industria medesima, se non in quanto, sottratto per qualche circostanza dalla nazione, vi ritornasse per una qualche altra; perchè allora mentre ritorna ad aumentare la massa circolatrice, trovando ciascuno maggior facilità e maggior copia di danaro più dell’usato guadagnata, raddoppia le sue fatiche e la sua diligenza. Oltre di ciò il danaro, accresciuto di troppo, fa diminuire e perdere il commercio esterno; perchè l’aumentato volume dei segni indica l’abbondanza del danaro, e per conseguenza l’avvilimento del suo prezzo. Un minor numero di segni, che la stessa merce rappresenti, indica minore abbondanza, e perciò maggiore stima di quello. Quelli dunque che avranno danaro, procureranno di spenderlo dove è in maggior stima, cioè dove vale di più, ossia ottiene più cose che dove è in minore stima, vale meno e meno cose ottiene; onde ad eguale bontà di mercanzie saranno preferite le nazioni più povere di danaro alle più ricche. E così una nazione che avrà una massa circolante più considerabile, supposta uguale bontà e quantità di prodotti, perderà nella concorrenza con quella che abbia una minor massa circolante.

Da tutto ciò si può comprendere di quanta importanza sia l’aumento e la conservazione del commercio esterno, non solo per l’utile aumento di danaro entrato, ma ancora per il non meno utile e talvolta indispensabile sfogo di danaro uscito; e quanto importuna sia l’impossibile idea di coloro