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elementi di economia pubblica. | 415 |
non infelicemente alla morale ed alle belle arti tutte potrebbe essere applicata.
Cap. IV. – del commercio.
23. Dalla circolazione delle azioni economiche a vicenda producentisi le une le altre, e rappresentata dalla circolazione del danaro, dalla concorrenza di molti a far le medesime cose ed a venderle, e di molti a comprarle o per la consumazione o per l’uso, nasce il commercio, il quale va distinto dalla parola contratti, baratti ec., in quanto questi si destinano a rappresentare singolarmente il cambio attuale di una merce con l’altra, o l’attuale compra o vendita di una determinata cosa o azione, o anche di un determinato dritto a qualche cosa. Ma il commercio è una parola collettiva destinata a rappresentare la successiva serie di tutti i contratti che si fanno, sia di tutte le merci, sia d’una classe distinta di quelle. Si suole definire da molti il commercio per il cambio del superfluo col necessario; ma questa definizione non sembra esattissima, perchè non sono ben distinte e definite le parole troppo generali di superfluo e di necessario, le quali sembreranno chiarissime a chi soltanto dalle parole alle cose non si ferma giammai a rendersi conto esatto delle proprie idee. Cambiasi spessissimo il superfluo col superfluo; onde invece della suddetta definizione un’altra migliore e più adequata potrebbe sostituirsi, cioè essere il commercio il cambio del non utile o del meno utile relativamente con ciò che relativamente è più utile, presa questa parola utile nel suo primario e generale significato, cioè di ciò che serve, siano le cose utili e servibili di necessità fisica o morale, o di semplice commodità, o anche di delizia e di piacere.
24. Dividesi parimente il commercio in interno ed esterno; chiamasi interno quel commercio che si fa dentro i confini di uno Stato, esterno quello che si fa cambiando cose qualunque, che siano prodotte o manifatte, o almeno rappresentanti un qualche valore o una qualche azione fatta dei membri componenti quello Stato, con cosa di una simile natura di altri Stati. Questa definizione di commercio interno