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396 | elementi di economia pubblica. |
quattordici d’argento per 1 d’oro, mentre tutte le altre colle quali è in relazione danno 15 per 1, riceve meno di quello che dovrebbe ricevere. Per una simile ragione si può dire che comprerà dalle altre nazioni a più caro prezzo, o che è lo stesso, meno cose riceverà per lo stesso prezzo al quale le altre nazioni le riceverebbero. Un negoziante di questa nazione ha quattordici once d’argento da spendere al di fuori, e cambiarle in altrettante merci; ora queste quattordici once d’argento nella sua nazione rappresentano più cose che non presso le altre nazioni, perchè abbiamo supposto queste nazioni commercianti, e nelle quali prescindendo dall’oro e dall’argento l’abbondanza e la scarsezza delle cose si compensano, e i bisogni sono comuni e reciprochi, e perciò medesimi e proporzionati i valori delle cose tutte. L’aver egli adunque quattordici once d’argento, significherà per esempio averle egli cambiate con quattordici misure di vino. Ma supposto lo stesso valore, cioè la stessa abbondanza e bisogno di vino presso l’altra nazione, e perciò mutabile con la stessa quantità d’oro, cioè un’oncia d’oro in ciascuna delle due nazioni; dando le sue quattordici once d’argento il suddetto negoziante al di fuori non avrà più un’oncia d’oro come al di denaro, ma un’oncia meno , e però non più quattordici misure di vino, ma sole tredici; onde avrà avuto meno per più; dunque avrà comprato a più caro prezzo.
15. Mi si obbietterà facilmente: per qual ragione si deve rapportare il valor dell’oro piuttosto alle proporzioni forastiere che alle nazionali? A ciò rispondo facilmente, che chi compra cerca di rapportare le sue offerte al più basso prezzo corrente delle cose vendibili; per lo contrario, chi vende sostiene le sue dimande sul più alto; nè in questa opposizione si potranno accordare ambidue, se l’uno e l’altro, costretti dalla concorrenza dei compratori e venditori, non acconsentano nel prezzo comune di quelle cose che sono in contratto. Ora, dove si suppongono i bisogni eguali o proporzionati tra di loro, ed eguale presso a poco la quantità delle cose commerciabili, o se non eguale, almeno le differenti quantità disuguali così comunicanti che formino