390 |
elementi di economia pubblica. |
|
dalla maggiore o minor quantità di questi metalli posseduti da tutte queste nazioni. Ora, chi ha mai conosciuto e chi potrà mai conoscere quanto oro e quanto argento siavi, non in molte, ma in una sola nazione che abbia ampio commercio, e dove tali metalli sono tanto e così variamente divisi e sparsi? Rispondo che bisogna distinguere la proporzione che passa fra i metalli brutti dalla proporzione fra i metalli coniati. Questa seconda dipende originariamente dalla prima. Ora, dopo che la suprema autorità avocò a sè, per ovviare li frequenti disordini che gettavano nell’incertezza e soggettavano alla frode ed al discredito ogni commercio, il privilegio di battere moneta, il Sovrano diventò quasi il solo ed il più grande posseditore dei metalli brutti, e tutti i metalli coniati doveano passare per la maggior parte nelle sue mani, sia per ragione di rifondere le vecchie monete nelle nuove, sia per ragione dei tributi. Ora, dalle masse rispettive d’oro e d’argento che egli si trovava avere, paragonandone la quantità di ciascuna, potè di slancio fissare una proporzione fra l’oro e l’argento, e tanto più lusingarsi di essersi approssimato alla vera, quanto più ampia era la mole di metallo raccolta. Se egli, raccogliendo da tutte le parti oro ed argento, trovavasi di avere 14 volte più di questo che di quello, nel distribuire le monete nuove ricevendo le vecchie o il metallo non monetato, nel pagare le truppe, i ministri e tutto l’ampio corredo che accompagna la pubblica autorità, si trovò in istato di cambiare senza contrasto un grano d’oro con quattordici d’argento, e di dare e far ricevere l’una per l’altra indistintamente, una moneta di cento grani d’oro per una di argento di mille e quattrocento. Vedremo quindi che se il principe, come principale posseditore dei metalli preziosi, può fissare e determinare la loro proporzione, egli non può farlo senza suo danno sopra principj arbitrarj, ma che l’interesse suo e quello dei sudditi lo sforza sempre di seguire la legge delle masse rispettive che sono in corso. Egli è naturale che, fissata la proporzione fra le monete d’oro e d’argento, nel passaggio e ritorno che fanno i metalli dalla zecca e dall’erario del principe alle mani dei sudditi, e dai sudditi alla zecca ed al-