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elementi di economia pubblica. | 387 |
d’argento puro ed uno solo di lega, si dirà che le due sono del medesimo peso, ma che la prima è d’inferiore qualità della seconda. Per giudicare e valutare la bontà dell’oro si è adottato generalmente il metodo di dividere il peso di una moneta qualunque in 24 parti, e di trovare quante di queste parti siano d’oro fino e quante di lega. Queste parti di una immaginaria divisione chiamansi di 24 carati, e l’oro meno puro sarà di 23, 22, 21, di 20 carati ec.; i quali numeri indicano la proporzione della quantità d’oro fino alla quantità di lega contenuta in ciascuna moneta; onde una moneta d’oro di bontà di 22 carati significa che delle 24 parti di tutta, nelle quali tutto il peso si divide, 22 sono d’oro e 2 di materia estranea ed eterogenea. Nell’argento poi si divide tutta la massa in 12 parti che chiamansi denari, e si valuta la bontà dell’argento coll’indicare quante di queste parti o denari siano d’argento fino e puro, e quante di lega. Così una moneta d’argento dirassi alla bontà di 11 denari, quando dividendone il peso in 12 parti, si troverà sempre 11 partì di puro argento ed una di lega, ossia di metallo eterogeneo ed d’argento in ciascuna e qualunque porzione di quelle monete. Questa bontà, valutata sopra carati 24 per l’oro e sopra denari 12 per l’argento, chiamasi titolo; onde il conto delle monete autentica o dovrebbe autenticare due cose, cioè il peso e il titolo di quelle.
11. Ma qui bisogna, per proseguire la materia e rischiararne il più importante di quella, richiamare ciò che abbiamo di sopra indicato, che non l’oro solamente ma l’argento ancora si sono trovati, se non nell’origine, ben presto però in seguito simultaneamente in promiscuo commercio ed universale, onde ciascuno di essi è divenuto non solo segno di valore di ciascuna cosa, perchè con ciascuna cosa è stato cambiato, ma l’uno ancora è divenuto segno e pegno dell’altro, l’oro misura e termine del paragone del valore dell’argento, o viceversa; onde con ogni esattezza può dirsi, che l’uno era moneta dell’altro e tutti e due moneta di tutte le cose; e la quantità d’oro, che si dà in cambio di una tal altra quantità d’argento, è il prezzo del medesimo argento, come la quantità d’argento che si dà in cambio di una de-