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elementi di economia pubblica. |
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poco ne’ loro metalli come monete le due proprietà di esser segni e pegni d’ogni valore. Che fece la pubblica autorità in così critiche circostanze, nel sentire ed accorgersi dei mali comuni? Cominciò ad esigere che ogni prezzo di metallo, che i privati passavano in commercio, fosse riconosciuto ed approvato come non alterato, ma come vero e legittimo oro ed argento. Quindi passò ad apporvi un segno indicante la pubblica e solenne garanzia della finezza e bontà di esso, lasciando forse ai particolari l’arbitrio del peso e del volume dei pezzi metallici, che come monete entravano in contrattazione. Ma l’abuso, la diversità, la confusione esigerono di più che fosse riserbata solamente al pubblico o al principe, che è l’amministratore ed il rappresentante supremo di questo pubblico, l’autorità di dividere il metallo in quelle porzioni, e di segnarlo in quelle maniere che meglio giudicava convenire. Quindi ridotti i pezzi di metallo in porzioni eguali ed uniformi di peso e di figura, si coniarono con pubblica ed esclusiva autorità, cioè vi si appose un segno, che indicasse tanto il peso della moneta che la bontà del metallo; cosicchè quelle che il medesimo segno avessero e il medesimo peso, autenticassero avere un sicuro ed identico valore, onde la buona fede dei contratti fosse salva e tranquilla, e l’attività del commercio pronta ed animata. Ho dovuto distinguere il peso del metallo dalla bontà dello stesso, perchè sono realmente due differenti proprietà della moneta. Le diverse maniere di separar l’oro e l’argento dalla materia brutta che vi è frammista nella miniera, ed anche la necessità di doverli ridurre ed impastare in comode e determinate figure per la varietà de’ valori che debbono rappresentare, esigono che si alteri la parità di questi metalli e che vi si unisca altra materia metallica, la quale in tal caso chiamasi lega. Il peso dunque della moneta è composto di metallo fino, ossia oro puro ed argento, e di lega; e la bontà del metallo significa la maggiore o minor quantità di metallo puro, e reciprocamente la minore o la più gran quantità di metallo inferiore, che sotto il medesimo peso vi si contengono. Se in una moneta d’argento vi siano 22 denari di puro argento e due di metallo vile o di lega, ed in un’altra simile sianvi 23 denari