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più, dicendo che quella merce, la quale divenga di un uso giornaliero ed indispensabile, e debba trasformarsi continuamente in lavori di servizio comune, cesserà di essere moneta in confronto di un’altra di un uso meno comune e meno universale, quantunque generalmente ricercata ed apprezzata. Se vi siano due merci, egualmente divisibili in parti e frazioni simili, egualmente durevoli e conservabili, ma l’una di uso e l’altro di ornamento, dico che la prima cesserà di essere moneta e lo diverrà quella di ornamento, o almeno che quella d’uso sarà come moneta meno ricercata e meno universalmente stimata di quella di ornamento e di lusso. L’ornamento ed il lusso sono nudriti da ciò principalmente che piace agli occhi e da ciò che è raro, ma assai più da questa seconda qualità che dalla prima. A misura che le cose sono più rare, minore quantità di quelle rappresenta un più gran valore, onde il possedere di queste indica ricchezza, cioè potenza di soddisfare alle proprie voglie. Ognuno cerca di mettere in mostra e di ostentare questa potenza, perchè la sola ostentazione di quella è produttrice di piaceri e di autorità a chi ne fa pompa, e di servigio e di dipendenza a chi ne è lo spettatore. Da un’altra parte, quando la ricerca di queste merci di ornamento è sufficientemente diffusa, nasce in ciascuno la sicurezza e la confidenza di trovarne esito quando egli voglia privarsene, per ottener le cose che gli abbisognano, ed è altresì naturale che ognuno cominci dal volersi disfare delle cose superflue e di ornamento, per ottenere ciò che gli fa un piacere immediato o soddisfa un indispensabile bisogno. Quindi dal valutare le cose tutte per mezzo di una merce durevole, uniforme e divisibile comodamente, ma di uso nell’arti necessarie della vita, passeranno gli uomini a valutarle colla merce che abbia le medesime qualità, ma che sia più stimata per il lusso e per la pompa che per l’uso di necessità e di bisogno. Onde vediamo subito per quarta conseguenza, che la moneta passerà dai metalli di servizio ai metalli preziosi, quelli restando solamente in commercio come merci e non come monete, e se come tali nel giro dell’interna circolazione e nei contratti spicciolati, non nelle grosse contrattazioni e nell’esterno