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elementi di economia pubblica. | 379 |
vaglio che sul valore della materia prima, e tanto l’una come l’altra sono rappresentate dalla stessa e comune quantità delle cose che successivamente servono alla consumazione.
Cap. II. — della moneta.
Negli ultimi paragrafi dell’antecedente Capitolo abbiamo visto come tra li quattro contrattanti frumento, vino, pelli rozze, pelli concie, siasi potuto stabilire un rapporto ed una misura comune di tutte queste diverse e disparate merci per mezzo del frumento, il quale è entrato successivamente in contrattazione con tutte, onde ciascuna ha potuto barattarsi col frumento, e per conseguenza barattarsi anche fra di loro. Quella merce adunque la quale per le circostanze de’ commerci, degli usi e dei bisogni delle nazioni, acquista le qualità di esser cambiata successivamente con tutte le cose, cosicchè le diverse quantità di essa con ciascuna cosa cambiate servano di misura comune a giudicare del valore del tutto, chiamasi moneta. Da questa sola definizione si veggono discendere le due proprietà sovrane della moneta, cioè l’una d’essere un segno rappresentatore di una certa determinata quantità di ciascuna cosa (due misure di frumento nella supposizione del fine dell’antecedente Capitolo rappresentano una misura di vino, di pelle non concia e pelle concia); l’altra d’essere un pegno ed una sicurezza di ottener tutte queste determinate quantità di cose, perchè, supponendo che queste cose siano in contrattazione, si suppone che siano richieste tutte e tutte dimandate, onde ciascuno accetterà e riceverà, anche non volendone far uso, il frumento, perchè potrà cambiarlo con ciò di cui egli ha bisogno. La quantità di moneta che si dà per ciascuna cosa, chiamasi prezzo; onde si vedrà subito di primo alancio due cose poter avere il medesimo prezzo ed avere diversissimo valore: il valore indica il rapporto di una quantità con un’altra, il prezzo indica solamente la quantità della cosa che si riceve per quella che si dà. Dirassi che un sacco di grano, che vale quaranta lire, in tal luogo siavi a caro prezzo, quando un bue a questo medesimo prezzo vi sarebbe a buon mercato; il prezzo