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lità e celerità delle contrattazioni ha indotto chi presiede alla pubblica felicità ad aprire dei pubblici depositi sotto la tutela della suprema autorità, dove potesse ciascuno mettere il proprio danaro con sicurezza ricevendone un biglietto di credito, il quale poi circolava nella contrattazione colla medesima forza che aver potesse il danaro che esso rappresentava; talvolta i pubblici bisogni esigevano che si prendesse dai privati danaro ad imprestito col pagarne un annuo frutto, al quale danaro dai particolari ricavato si sostituivano parimenti autentici biglietti che entravano in circolazione; quindi nono oggetto sarà dei banchi, dei monti pubblici, loro vantaggi ed inconvenienti, e leggi di quelli. Da questi tre ultimi oggetti, che ingrandiscono e stringono le relazioni delle nazioni le une colle altre, ne nasce il credito pubblico, cioè la confidenza che hanno reciprocamente i diversi corpi dei negozianti di differenti nazioni, gli uni verso degli altri, il che come nasca, cresca, si mantenga e si diminuisca, forma il decimo oggetto di questa Parte. Questi formeranno la materia di altrettanti capitoli, ai quali aggiungeremo un undecimo che tratterà di alcuni punti di disciplina commerciante; se per esempio convenga escludere alcuni ceti dal commercio; se siano giammai utili le compagnie esclusive di commercio; e qualche cosa intorno alla navigazione, più per l’integrità della materia che per bisogno che ne abbia la nazione milanese, tutta mediterranea e limitata alla piccola e breve navigazione dei laghi e dei fiumi, esclusivamente dalla grande ed autorevole del mare. Finalmente sarà terminata tutta la materia dal così detto commercio di economia e dalla differenza delle leggi e principj di questo col commercio di derrate e manifatture, non omettendo qualche cenno intorno a quel commercio che i negozianti chiamano commercio di speculazione, procreatore di così rapide ricchezze e così pronti fallimenti: le leggi del quale per prevenire e frenare questi ultimi chiuderanno la quarta Parte.


Cap. I. — del valore e del prezzo delle cose.

1. Le cose tutte considerate per sè stesse chiamansi valore, più o meno stimate; e più si stimano, primo, a mi-