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si chiamano ostacoli, anzi facendo le contrarie, poco resta di positivo da farsi, e questo poco a due capi principali si riduce.

20. In primo luogo, s’incoraggiscono le arti e le manifatture onorandole e premiandole. Per ciò che riguarda l’onore, ognuno che tocchi internamente sè stesso, e paragoni ciò che sente colle varie ed infinite nozioni che di questo sentimento sociale hanno gli uomini avuto in tutti i tempi, crede doversi quello alle azioni utili alla società; e come prima le azioni del coraggio e del valore, e il diritto della forza esercitato con certe solennità e certi fini, soli potevano contribuire alla pubblica utilità, soli erano onorati, così ora, estinto e calmato in gran parte il truculento furore delle discordie, rende men gelose e più comunicanti le nazioni. Perchè non saranno onorate le azioni di una industriosa probità, che apre con coraggio e con rischio una nuova sorgente di ricchezze, e dà un nuovo esempio di onesta ed utile occupazione? Perchè colui che confuso tra una oscura moltitudine ha saputo erigersi ad una sfera più elevata, e divenire rappresentatore di parte dell’attiva potenza il uno Stato, non merita di sedere a pari dell’assiderato ed inoperoso, nel quale appena lampeggia l’ultimo lume della gloria di lontanissimi avi, che seppero comprargli un ozio illimitato coll’ingegno, col sangue, colla rigorosa frugalità, e talvolta con illustri delitti? Ma alieno affatto dal mio istituto sarebbe il più insistere su tali progetti, come lontani troppo dagli attuali sistemi, quantunque non ignoti del tutto fra le antiche leggi di vicine nazioni, nè totalmente disparati dalle costumanze e dai riti de’ nostri antenati. E se nelle fervide e clamorose nostre assemblee tanto si deplora il decadimento di questo secolo, perchè ci allontaniamo dal costume, dalle opinioni e dalle maniere degli avi e de’ bisavi nostri, io non sarò poi rimproverato se volessi costringere tali declamatori a rimontare più in alto per convincerli, che le novità che si propongono sono le vecchie costumanze de’ tritavi e quadriavi loro.

21. Ma l’uomo nato fra il volgo, cioè fra l’indipendenza dei costumi e delle maniere, è meno mosso dall’ambizione