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le, cioè i privilegj esclusivi che si accordano a tali manifattori contro tutti quelli che potrebbero intraprendere il medesimo lavoro. Le arti, come le cose tutte, non prosperano quasi mai nelle mani di un solo. Tale è la legge eterna che contribuisce a legare gli uomini in società. Ciò che ciascuno vi può aggiungere non è che un piccol grado; ed un’arte che sia nelle mani di un solo o di pochi non può che restar sempre languida ed imperfetta, arricchendo un particolare, non già la nazione, nè potendo giammai sostenere la concorrenza con simili arti di altri paesi dove siavi libertà a ciascheduno di professarle; il che produce emulazione a perfezionarle, e gara a scemarne il prezzo, onde le ricerche saranno sempre rivolte verso dove spira la libertà, non dove siede il severo monopolio. Non è nuovo, ed è evidente questo ragionamento: o l’arte di cui si vuole accordare il privilegio esclusivo è già introdotta nel paese, o non lo è; se è già introdotta, non si può togliere senza ingiustizia il profitto di molti per accumularlo nelle mani d’un solo, profitto però che da sè medesimo tenderebbe a diminuire, perchè le ricerche e l’esito scemano dove la concorrenza sia tolta; o l’arte non è introdotta, ed allora chi richiede il privilegio esclusivo fa ragionevolmente sospettare, anzi lascia con ogni sicurezza presumere che egli voglia o debba essere un cattivo manifattore. Ogni arte nuova che da qualcheduno venga introdotta, dà sempre per sè stessa un vantaggio in favore dell’introduttore, a preferenza di quelli che vengono dopo di lui. È sempre più grande presso gli uomini il credito degl’introduttori, che degl’imitatori. Chi introduce un’arte nuova, oltrechè può chiamarsi inventore relativamente alla nazione priva di quell’arte, già la conosce prima, e più di ogni altro è già prevenuto contro gli ostacoli, ha già disposti i mezzi e preparate le corrispondenze. Chi vien dopo non potrà procurarsi simili vantaggi, se non molto tempo dopo l’introduzione dell’arte per mezzo del primo, cioè se non dopo avviato l’esito dell’introduttore; onde questo avrà sopra tutti gli altri maggior credito e forza, per non temere discapito al capitale da esso impiegato. Chi dunque dimanda privative, dimanda di potere ingannar impunemente, e al-