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confraternite contraddistinte d’insegne e di livree semi- ecclesiastiche e semi-secolari, creano pretensioni sempre nuove e liligj e discordie sempre rinascenti, tanto più aspre e dispendiose quanto meno si appoggiano sui veri interessi e sui veri bisogni delle arti stesse, ma piuttosto sull’avvicinamento e sul riscaldamento delle passioni degli uomini, che sono più durevoli a misura che hanno un oggetto più vago e più indeterminato, non già per il fine che si propongono ma per i mezzi che adoperano. Quindi codici particolari di ciascun’arte, custodi di tali leggi, patrocinatori e difensori stipendiati che hanno interesse di riprodurre ciò che gli alimenta. Quindi una parte di valore che dovrebbe rappresentar travaglio ed azione, riproducente parimenti valore, diviene il cambio di carta, di parole che rintuzzano e disperdono la forza dell’interesse, e pesano sull’industria degli uomini.

16. Sesto ostacolo alle arti e manifatture, che più ne ritarda l’introduzione, è l’impiego dei capitali sui banchi pubblici che pagano interessi, rendite vitalizie ec., fondi tutti che somministrando un’annua rendita e sicura ed un frutto netto e sufficientemente abbondante, alienano i possessori dall’impiegarli in favore delle arti e dell’industria; e come da questa si esige un compenso maggiore, cui non può portare che difficilmente, così ella resta languente ed inoperosa. Ma ancora di ciò sarà meglio trattato, e si esporranno tanto le obbiezioni che si possono fare, quanto le eccezioni che si possono ammettere nelle circostanze particolari delle nazioni, quando si parlerà del commercio.

17. È quasi inutile il qui accennare per settimo ostacolo le difficoltà che soffrono nella circolazione le materie manufatte, siccome abbiamo annoverate quelle che soffrono le materie prime. Tutto deve essere diretto da questa massima che non ha eccezione: cioè che le restrizioni alla libertà non debbono essere poste per l’amore della perfezione, ma soltanto per esigenza della necessità; non per far meglio, ma per trattenere un disordine.

18. L’ottavo ostacolo che si oppone al progresso delle arti, e il più grande e considerabile, è appunto quello che si è creduto da molti il più opportuno ed efficace a promover-