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338 | elementi di economia pubblica. |
sono dove queste siano oppresse e rintuzzate, a differenza delle terre dove l’attività e la libertà sono dalle forze naturali aiutate e sostenute. Ma quando le arti sono dalla mano superiore e legislatrice protette, dove trovino vanteggi che compensino l’inferiorità della condizione, dove i possessori delle terre non formino un ceto perpetuamente separato dagli altri, ivi le arti e le manifatture vanno di mano in mano crescendo coll’aumento dell’agricoltura, e questa medesima sarà da quelle conservata ed accresciuta.
L’agricoltura resiste per propria forza a tutte le scosse ed a tutti i disordini politici più che le arti, le quali delicatissime facilmente si perdono. L’agricoltore è trattenuto dal suolo e dalla lunghezza del travaglio; e siccome egli è produttore dell’essenziale alimento, così lo spaccio delle sue fatiche può essere stentato e languido, angustiato ed angariato in mille guise, ma è sempre sicuro ed infallibile. Per contrario, l’artigiano facilmente trasportando sè stesso, trasporta tutto il fondo e i mezzi del suo guadagno, e dove gli si rende più incerto un esito fino a un dato segno incerto per sè stesso, o si abbandona all’inerzia, o si ritira dentro un torpido contentamento del puro necessario, o cerca sotto altro cielo un più largo, un più libero spazio, ove esercitare la propria industria. Dove dunque l’agricoltura esista naturalmente per la benignità del suolo, ancorchè languida e mancante, pure difficilmente si aumenta; così con somma difficoltà si ristabilisce dove i cattivi stabilimenti siano arrivati a disperare la classe più paziente di tutte, quella cioè degli agricoltori. Dico dove ella esista naturalmente, cioè dove la natura del terreno sia facilmente ubbidiente alla mano del coltivatore; perchè dove il suolo non si vince che colla maggiore industria e cogli sforzi maggiori ed assidui dell’arte, ivi l’agricoltura può chiamarsi una manifattura, ed ha la delicatezza e ritrosia di quella. Merita dunque le prime cure e la prima nostra parzialità quest’arte che il maggior numero d’uomini mantiene, la di cui prosperità ha per immancabili conseguenze tutte le arti e manifatture compatibili colla natura del suolo e col numero degli abitanti. Ma quella, bene stabilita, prenderà da sè stessa un corso più