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d’un paese, ove ora l’opulenza di grosse borgate, la vita patriarcale de’ pingui coltivatori, un lento, ma solido e costante commercio tengono luogo di numerosi villaggi, di una più frequente popolazione, della moltiplicità delle arti, d’un commercio più vivo e più pronto, doni invincibilmente negati alle circostanze insuperabili di quel paese. A tutto ciò aggiungasi il prodotto considerabilissimo di quei formaggi che spacciansi per tutta l’Europa, resistono più d’ogni altro alimento al tempo trasformatore, e senza l’inconveniente dei scorbutici salumi ai lunghi viaggi ed alle lunghe navigazioni, e sono stati fino ad ora invano imitati da’ forestieri.

83. Io non debbo fare nè un trattato di agricoltura, nè diffondermi in tutti i dettagli di questa materia; conchiuderò adunque con alcune riflessioni, che non debbono omettersi.

i. Essere la pastorale una professione che non mantiene un gran numero d’uomini su poco terreno come la coltura della vigna e del frumento, ma in supplemento all’invincibile sterilità d’un terreno, e che perciò in ogni occasione debbe essere posposta a quelle; non pertanto dovrà essere nè trascurata, nè avvilita, ma sibbene incoraggita coi premj e colla diminuzione del tributo, dove il bisogno lo richieda.

ii. Essere la pastorale la risorsa dei paesi spopolati necessariamente dalle circostanze sia del terreno, sia degli uomini: dove le combinazioni fisiche e morali abbiano invincibilmente alienate le braccia da qualche coltura, ivi la pastorale più oziosa e più tranquilla può essere di supplemento.

Terza riflessione sarà, che la pastorale che serve al nutrimento ed alla educazione dei cavalli, non merita d’essere troppo incoraggita, nè avvilita. I cavalli servono agli usi utili della campagna e delle arti figlie di quella e ai facili trasporti; ma servono ancora alla pompa fastosa delle città, a formare il sonno e la noia del ricco. Per questa ultima parte questo lusso merita d’esser frenato, senza esser tolto. Non bisogna togliere l’esempio del premio e dell’industria, l’uso della ricchezza: chi travaglierà giammai colla stoica risoluzione di non godere i frutti del suo travaglio? Dunque se da una parte gli agi ammolliscono ed estinguono il moto