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322 | elementi di economia pubblica. |
terre sull’attuale loro stato di coltura, si è animata dal bisogno e dall’avidità la coltura de’ gelsi, che danno un accrescimento di rendita senza un accrescimento di tributo. Sortiva raccolta la seta dalle mani inoperose de’ nazionali per correre al di fuori ad essere travagliata da mani forastiere e nemiche, che ci rendevano tributarj dei nostri prodotti; l’ostacolo di una gabella ha fermato questa materia prima, che nelle parti tutte dello Stato si diffonde e si lavora da mani cittadine e sociali.
78. Ciò non ostante molti pregiudizj restano ancora da togliersi a’ particolari intorno ad una tale coltura, pregiudizj tanto più nocevoli, quanto che resistono alla voce prepotente dell’interesse.
Intorno alla coltura de’ gelsi, per esempio, alcuno che gli esempj dell’altre nazioni coi nostri paragonasse, e la natura della vegetazione considerasse, potrebbe sospettare che il contadino preferisse la più pronta e la più facile maniera di raccogliere le foglie del gelso, piuttosto che la più durevole e la più utile. Un taglio inesorabile vieta a questo albero di alzarsi all’aperto cielo e di crescere liberamente; per tal modo il vigor vegetabile si dirama più presto, ma nel medesimo tempo il tronco sostenitore s’infievolisce e si logora, e per conseguenza presto la pianta sen muore. Aggiungasi che l’inerzia sostiene un tal metodo, perchè rende più comodo al pigro e disanimato contadino lo sfogliamento degli alberi, dei quali prima l’uno e poi l’altro restano intieramente mutilati degli organi essenziali della vita vegetativa, quando, se si permettesse alla pianta di crescere in altezza, questa più lungamente vivrebbe, e potrebbe somministrare al baco alimenti sempre più teneri e più proporzionati alle diverse sue età. Ella è osservazione fatta sopra i vermi viventi su le piante, che essi dalle cime più lontane dalle radici le più tenere foglie rosicchiando, collo invecchiarsi discendono all’alimento più duro e più forte. Così l’osservazione attenta lungi ci guida dalle strade frequentate e fallaci dell’inconsiderata abitudine, per ricondurci alle vie magistrali e permanenti della natura: il sottrarsi nelle cose naturali ed umane dall’opinione comune fu quasi sempre utile a chi n’ebbe il