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prodotto di terra si darà per quella, e perciò tanto meno ne resterà da convertirsi in altre arti ed in altre successive opere; dunque generalmente quel travaglio sarà meno utile, che potendo in più breve tempo e da un minor numero di persone essere fatto, lo sarà più lungamente e da più persone.

20. Non occorre che io qui mi dilunghi a sviluppare ciò che chiaramente e diffusamente deve esserlo nelle parti di questi elementi destinate a trattare dell’agricoltura e delle arti, nelle quali saranno tolte di mezzo quelle obbiezioni che si possono fare: la natura di questa scienza, come d’ogni altra che non sia vana ed illusoria, è di formare un tutto talmente riunito, che sia d’uopo di comprenderlo nella sua totale estensione per essere perfettamente convinti delle grandi verità ch’ella contiene. È solamente opportuno di entrare alquanto più addentro nella natura e distribuzione di quelle spese, che essenzialmente sono necessarie per ottenere una qualunque siasi produzione della terra o opera della mano dell’uomo.

21. Il tempo rinnova il bisogno degli uomini, e la vita di quelli non si prolunga che colla distruzione e alterazione de’ corpi che sono atti ad assimiliarsi alla propria loro sostanza. Un uomo non solamente si nutre e propaga la sua stirpe; ma si veste, edifica e cerca di vivere comodamente, e di modificare e di applicare a sè stesso tutte le cose in maniera che gli eccitino sensazione piacevole. Ora non si può ciò ottenere gratuitamente, bensì col mezzo dell’azione del travaglio. Bisogna dunque, durante questo tempo, nutrir sè stesso e gli altri che contribuiscono al soddisfacimento di questi bisogni e comodi. Io ho bisogno, per esempio, di vestirmi; in primo luogo, io debbo fornire al sartore tutte le materie e gl’ingredienti necessari; in secondo luogo, io debbo mantenerlo per quel tempo che egli consuma travagliando; e non solamente io lo nutro, ma gli do una parte, proporzionata al tempo che egli impiega in mio servizio, di vestito, di alloggio o di che altro gli occorre. Egli stesso impiega una parte di quel che gli do a nutrir altri che gli forniscono l’occorrente; così successivamente. Se noi riflettiamo a questa