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XVII


Lunge dal popolar tumulto insano
Non mai torsero il piè dal dritto calle,
Seguendo il corso lor tranquillo e piano,
76Per l’erma de la vita opaca valle.

Pur a difender da villano insulto
Quest’ossa, eretto alcun sasso vicino,
D’incolte rime, e rozze forme sculto,
80Qualche sospir richiede al peregrino.

I nomi e gli anni, senza studio ed arte,
Di carmi in vece, indotta man vi segna,
E con sacre sentenze intorno sparte,
84Al buon cultore di morire insegna.

Chi mai chi de l’oblio nel fosco velo
Questa affannosa amabil vita avvolse,
E lasciò le contrade alme del cielo,
88Nè un sospiroso sguardo indietro volse?

Posa, spirando, in grembo amico e fido
L’alma, e chiede di pianto alcuna stilla.
Da la tomba anco alza natura il grido,
92E sotto il cener freddo amor sfavilla.