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ATTO III. SCENA IV. 97

Affannarci non giova. Avvi chi pensa
Ad inseguirli, sì che ai rapitori
Non fia mestier, per l’ottenuta palma,
Sciogliere il voto e ringraziare i Numi,
Non più; movi, e pon mente a che se’ giunto.
Rapisti, e preso se’ tu stesso; altrui
Opprimere volevi, e resti oppresso;
Quello che ingiustamente si guadagna
Conservar non si può. Tale avran fine
L’opre tue ree. Ben so che tu, nè solo,
Nè sprovveduto montasti in cotanta
Audacia di tentar così nefande
Cose; compagni hai tu che del lor braccio
Ti fur sostegno, ed io saper lo voglio.
Non si dirà giammai ch’un uomo solo
Atene soperchiò. M’intendi? o vano
Or tieni il mio poter come allor quando
L’inique trame macchinasti?
creonte.
Io nulla