edipo.
Come l'indole lor ben si conforma
Co’ molli Egiziani! i quai, sebbene
Del miglior sesso, seggon per le case
Tessendo tele, e ne van fuor le donne
Per alimento della vita; e a voi
Tocca, o mie figlie, ad affrontar fatiche,
Mentr'essi badan quasi verginelle
Entro le stanze. Voi, la mia cagione,
In vece lor siete in disagio. — Antigone
Sua dura vita cominciò dal punto
Che la sua bocca si spiccò dal latte:
E appena il corpo le si fè robusto
Me seguì sempre nell’esilio mio,
E me digiuna per selvagge selve
Veglio infermo guidò scalza durando
Alla ferza del sole ed alle pioggie,
Posti gli agi domestici in oblìo,
Per cercar vitto al padre. E tu, mia figlia
Ismene, di nascosto de’ Tebani,