Tratto del loco ov’io mi stava; e, mentre
Temer vantate i Numi, ai Numi stessi
Più non fate contrasto; e vi rammenti
Ch’essi sul giusto al par, che sull’iniquo,
Volgon gli sguardi; nè trovò mai scampo
Lo scellerato: e quindi al lor cospetto
Non vogliate con empie opre la fama
Contaminar della felice Atene.
E, se la fede a me supplice vostro
Deste, la stessa fede or m’assicuri.
Nè questo capo mio, quantunque orrendo
A rimirarsi, ingiusta onta riceva.
Puro e sacro a voi vengo, e a vostra gente
D’alto vantaggio apportatore. E, quando
Davanti mi starà, chiunque sia,
Il Signor vostro, da me tutto allora
Saprà; niun danno or mi recate.
coro.
È forza,
O cieco vecchio, avere un pio riguardo