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ATTO IV. SCENA V. | 133 |
Piena mercè di sua possente aita,
Come promisi.
coro.
Vieni, o d’Egèo figlio,
T’affretta ancor che tu sul lido innalzi
Pe’ sacrificj un’ara al Dio marino
Nettuno: chè quest’ospite gli amici
E la cittade e te meritar vuole
De’ ricevuti beneficj. Vieni.
SCENA VI.
TESEO e detti.
teseo.
Quai grida? e donde mai? Forse da voi,
O da questo vostr’ospite? Scoppiò