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ATTO IV. SCENA IV. 129

Te, mio caro fratel, che a certa morte
Consapevole corri?
polinice.
Uopo è morire?
Si mora dunque.
antigone.
Non al tuo consiglio
Al mio deh! cedi.
polinice.
Non voler ch’io faccia
Quel che non lice.
antigone.
Ahi! quanto sarò misera
Se ti perdo, o fratello!
polinice.
In man de’ Numi
Son le sorti mortali; e i Numi io prego
Di far felici i vostri dì; chè l'ira
Voi non mertate dell’avverso fato.