Ed oggi pur le invoco, e le richiamo
In mio soccorso, onde per voi si apprenda
A riverire i genitori, e a scherno
Non aver, empj! il vostro cieco padre.
Non così adoperar queste fanciulle.
E quindi il trono e il tuo seggio terranno
Le orrende Erinni, se per legge antica,
E, come fama vuol, di Giove al soglio
Giustizia siede. Or vanne, o maledetto,
Senza padre: il peggior di tutti i mali,
E il mio imprecar sul tuo capo si avveri.
Non vincerai coll'asta la natìa
Terra, nè in Argo più farai ritorno.
Morrai trafitto dal fratello, e morte
Al fratello darai, ch’esul ti rese.
Son questi i voti miei. Possa il paterno
Del Tartaro ingojarti orrido bujo,
Possano queste Dee, possa il feroce
Marte, che tanti in petto odj vi accese,
Tosto far pieni i miei desiri. Udisti