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comunicazione in tutto l’universo, onde sono necessitate dal proprio peso a livellarsi in pari distanza dal centro, a cui tendono. Che se in alcun luogo sia un mare cosi dagli altri disgiunto, come il Caspio in Asia o il mare di Parime nella Guaiana in America, se giá non hanno per sotterranei meati il loro commercio con gli altri mari, come io mi do facilmente a credere, non avranno nemmeno necessitá di livellarsi con essi : come non l’hanno le mercanzie di quei paesi che dal commercio universale vivono segregati; quali appunto credo siano. molti tartari dell’Asia ed i popoli piú mediterranei dell’Armenia e dell’Africa, a’ quali certo nulla risulta l’abbondanza d’oro o di commoditá che in altri paesi si trovi, mentre con quelli non hanno colleganza né pur mediata col traffico. Che se a quelli ancora un giorno s’aprisse la strada a’ nostri commerci, come s’è fatto col Messico, Brasile e Perú e tanti altri da due secoli in qua, vederessimo bensi per qualche tempo fluttuanti ii prezzi delle cose; ma finalmente, passando a noi il di piú che avessero essi di comoditá che a noi mancassero, ed a loro delle nostre il medesimo, si farebbe nuovo livello e nuovo prezzo alle cose, proporzionato nuovamente non alle cose solo contrattabili che erano prima in commercio, ma a quelle ed all’altre aggiuntesi insieme.

Di qui è nato che le grandissime somme d’oro e d’argento, che sono dall’Indie venute in Ispagna da Carlo quinto, anzi dal regno di Ferdinando ed Isabella in qua, e lo spaccio grande, che hanno avuto fra quelle nazioni molto tempo ed hanno ancora in parte le merci d’Europa, ha fatto che le cose tutte d’Europa sono divenute tanto piú rare di prima, e che molto tempo hanno fluttuato nella varietá i prezzi ; ed ora sono livellati in modo, che non riesce piú d’arricchirsi in si poco tempo a chi va a mercantare nell’Indie, come prima succedeva. Giovanni Bodino scriveva del 1568, in un suo trattato Delle monete, che a quel tempo erano giá comparsi dall’Indie in Ispagna sopra 500 milioni d’oro e 200 milioni d’argento, e che ogni anno la flotta ordinaria compariva ricca di 18 e piú milioni; li quali, spargendosi per tutta l’Europa, per lo bisogno che hanno