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CAPITOLO I

Che cosa sia moneta, e delle materie con che si fabbrica, e di quanta importanza ne sia l’uso all’umana societá.

L’umana industria, ch’è figlia primogenita dell’intelletto e di quella necessitá che n’impose natura, quando del tutto ignudi e disarmati ci espose al mondo, ha di poi progenerate tante, e si maravigliose invenzioni moltiplicate in ogni secolo, che ne ha non solo ristorato, ma riempito pur troppo di delizie e di mille nuovi generi di disidèri e compiacenze la stessa nostra mente. Fra tutti i suoi trovati però finora prodotti a comodo universale, io inclinerei facilmente a concedere il primo luogo alla moneta; imperocché l’oro e l’argento, che per natura sono tanto piú deboli del ferro, che, se non restassero inutili metalli, per lo meno a pochi usi necessari destinar si potrebbero, col mezzo di questa invenzione sono divenuti il piú necessario instrumento dell’umana societá, ed hanno acquistata si gran forza e virtú, che ponno dar moto a rivolger sossopra tutta l’universitá de’ beni mondani. E fossero pur eglino usati soltanto giusta le leggi dell’onesto e del giusto! come non vorrei che Boezio si lamentasse, dicendo:

Heu ! quis pritnus fuit ili e auri, qui pondera tedi gemmasque latere volentes pretiosa pericula fodit?

E non sentiressimo le invettive, che tanti altri fan contro i metalli, che pure per natura e per l’uso^primiero della moneta sono cosi innocenti, che non ha sdegnato il Salvatore stesso di