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170 cause che fanno abbondare li regni d'oro e argento

CAPITOLO XI

Come, stante le condizioni di Napoli, sia quella povera di oro e argento.

Si come le condizioni che si dissero di Venezia si applicano a esito, e si è declarato donde procede l’introito; cosí all’incontro le condizioni di Napoli importano introito senza esito, e perciò bisogna risolvere con difficultá perché non si ritrova né in tutto né in parte detto introito, come è notorio: lo che è di maggior maraviglia della prima. E, per risolverla, bisogna di necessitá una delle due proposizioni esser falsa: o non concedere esito, o negare l’introito, ché altrimenti implicarebbe contradizione. Quale difficultá generando maraviglia a tutti, e non possendo risolverla detto De Santis d’altra maniera, applicò al cambio alto il mancamento dell’introito e l’accrescimento dell’esito. Della cui opinione si dirá nella seconda parte, e allora si fará chiaro come con ragione vi sia questo in Napoli, dechiarando donde procede il poco e nullo introito, dove corra l’esito, senza che il cambio alto o basso sia in considerazione alcuna.

E, volendo ritrovar la veritá, bisogna conoscere che certezza tengono l’una e l’altra proposizione, e non fare supposizione di cosa non certa e propria: si ha da conoscere la veritá dall’introito, il quale, come si è detto di sopra, secondo l’opinione del detto De Santis, dovria essere ogni anno da milioni cinque, dedutte le robbe che da fuora vi bisognassero, la somma delle quali, secondo il suo parere, può ascendere a ducati seicentomilia, e che l’entrate vendute a forastieri importassero altretante, giaché si è concesso essere esito di robbe fuora da milioni sei e piú: che, togliendone il predetto milione e ducentomilia, che importa della robba che bisogna di fuora, e l’entrate vendute, che si contraponeno per esito, ci dovria restare ogni anno milioni cinquanta. E, perché, come si è detto, si è concesso esservi esito di robbe di milioni sei per fuora, quali si pongono per introito, non occorre disputare se sia o non vero, ma solamente se effettivamente l’introito vi viene o, venendovi, bisogna ritrovar l’esito. Perciò il