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PROEMIO

Disponere bene una republica overo governar regni e rimediare alli disordini che possono nascere o defetti che vi sono, par sia, quasi e senza quasi, cosa commune a tutti e che ciascuno presuma ciò intendere; di modo che, a qualsivoglia pericolo che li soprastasse e di difficile rimedio, se offereria ritrovar pronto espediente, ancorché rozzo idiota, e diria che si deve far questa provisione, promulgar questa legge e che, si toccasse a lui governare, provederia in quel modo, e cosa simile: soccedendo il contrario in qualsivoglia altra scienzia e arte, che nissuno ardisce trattarne se prima non ha acquistato l’abito o esercizio di quelle in tutto o in parte, come si vede nella filosofia, astrologia, matematica e altre facultá, e cossí in tutte le arti. E quanto si è detto presumersi da ogniuno saper governar regni, nasce in consequenzia dal pretendersi da ciascuno conoscere il giusto da l’ingiusto; ché non solo ogni uomo, quantunque ignorante, professa saper questo, ma insin a’ fanciulli, quali ancora non hanno discorso: come si vede per esperienzia che, soccedendo o proponendosi alcun caso a qualsivoglia, e domandandolo: — Qual tiene ragione? Che saria di giustizia? — subito risponderá il suo parere, benché non sia sua professione, dicendo: — Questo ha ragione. Quello vuol la giustizia; — e li fanciulli sogliono far il lor capo e nelle occasioni determinar qual abbia il torto e qual abbia ragione. Lo che professarsi cosí universalmente par debba concludere che tanto governar regni quanto distintamente conoscere l’ingiusto dal giusto sia cosa facilissima, mentre da ogniuno senza impararlo s’intende.