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Avete da considerare che tutto l’oro e l’argento, che dalle miniere giornalmente si cava, vien cosi cavato principalmente per utile, guadagno e ricchezza de’ padroni di esse, con animo ed intenzione di farlo poi ridurre in danari sotto l’autoritá di un qualche re, principe o repubblica, per prevalersene per suo proprio e particolare interesse, come sarebbe in comprare mercanzie, far pagamenti, comprare palazzi e possessioni, o per spenderli in fare simili contratti, ed anche in altre cose, secondo i loro diversi appetiti; la qual loro intenzione di monetarli cosi procede, perché non possono di propria autoritá farli coniare, sebbene fossero fatti con tutte le debite qualitá, onde sarebbono giudicati per falsi, e questi tali verrebbono condannati come falsari. Né meno possono compartire essi preziosi metalli in varie sorta di frammenti, con farvi sopra certe sorta di segni, che dinotassero la quantitá in peso del puro e del fino che fosse in ciascuno di essi frammenti o pezzetti, perché non li potrebbono poi commutare in altre cose che a loro facessero di bisogno, ed ancora perché non se ne potrebbono servire in far pagamenti. Laonde essi padroni sono di ragione obbligati di passare per via delle zecche, delle quali i re, i principi e le repubbliche sono veri e legittimi padroni, li quali vogliono minutissimamente intendere e sapere come passino le cose che dai loro governi dipendono, ed in particolare le cose delle monete. Essi signori, che in ciò non pongono altro del loro fuorché il consenso e la pura autoritá per ordine di giustizia e per onor proprio, non vogliono concedere che sotto l’ombra loro siano fatti li danari a modo di quelli che ricevono di farli fare, ma vogliono che siano fatti sotto gli ordini giusti e che da essi siano stati approvati. E, sebbene in una Dieta fosse dichiarato, e poi dai re e principi fosse costituito che i danari fossero fatti a spese di coloro che li facessero fare, cioè che avessero oro o argento da mettere in zecca, saper si deve che ciò non potrebbe in alcun modo recar danno a questi tali, perché, dopo fatti i danari, essi si troverebbono avere in cassa quel medesimo argento ed oro che da loro fosse stato posto in zecca, cioè quella istessa quantitá in peso del puro e del fino; li quali danari potrebbono poi anche tenere presso di sé a loro piacere, perciocché ne sarebbono liberi padroni, come erano ancora dell’oro e dell’argento innanzi che lo facessero coniare. E si dee venire in questa considerazione: che quelli, che hanno fatto le spese per cavare e trovare i detti preziosi metalli, non hanno finito di fare tutte le spese